E’ CAMBIATO IL VENTO

In una partita condizionata (anche, ma non solo) dall’agente atmosferico, il Brescia vince a Catanzaro: sotto 2-0 s’impone 3-2 con gol decisivo di Bianchi al 91’ dopo quelli di Bjarnason e Bisoli che avevano impattato l’inizio devastante dei giallorossi con Ambrosino e Vandeputte. Per le Rondinelle 12 punti in 6 partite dall’avvento di Maran: -2 dai playoff e martedì al Rigamonti arriva la capolista Parma

Catanzaro. Come in quel Cosenza-Brescia del 9 marzo 2019, che mise il primo timbro su quella che sarebbe la stata la promozione delle Rondinelle di Corini. Ci si sposta di un centinaio di chilometri e la Calabria riserva ai biancoazzurri un’altra rimonta da urlo. Al “Ceravolo” di Catanzaro come al “San Vito Marulla”: sotto 2-0 alla fine del primo tempo, alla fine la vincono ancora quelli con la V sul petto. E ancora con il gol decisivo nel recupero. Allora fu Bisoli al 94’, stavolta è Bianchi al 91’ dopo che Bisoli aveva impattato. Quel giorno Alfredo Donnarumma segnò per il Brescia, stavolta non recupera in extremis e lascia i giallorossi con un attacco spuntato, già orfano del leader Iemmello.

Lo scenario. Con i corsi e ricorsi ci fermiamo qui, anche se mentre lo facciamo notare nelle interviste del dopo gara a Rolando Maran cogliamo un sorriso compiaciuto dell’uomo che sta rivoltando la Leonessa come un guanto. Dodici punti in sei partite (quattro trasferte), due netti di media. Ci piacerebbe che Cellino rispondesse a questa domanda: sempre convinto, come ci disse un giorno, e come ha sempre operato nella sua lunga carriera dirigenziale, che l’allenatore in una squadra di calcio conta poco o nulla? Da Gastaldello a Mister Rolly fa tutta la differenza del mondo. Maran si conferma una sentenza alla guida del Brescia sul prato del “Ceravolo”. Aveva fatto saltare il banco nell’ottobre del 2005. Ci riesce anche oggi, poco più di 18 anni dopo. Diciotto anni, l’età della maturità. Quella che sta acquisendo questo Brescia, quella che il tecnico trentino si è portato nella nuova avventura bresciana dopo gli anni passati in serie A conducendo il Catania al record di punti della storia etnea (56), salvando il Chievo per tre anni di fila e in una stagione anche il Cagliari. E’ anche con questo bagaglio di esperienza che Maran nell’intervallo capisce dove intervenire e dà la scossa a un Brescia andata al riposo sotto di due gol subiti nel primo quarto d’ora: Ambrosino inzucca su cross di quel satanasso di Vandeputte, il belga raddoppia dopo un azione fulminea e di qualità degli uomini di Vivarini. Inizio choc, ma per la quarta volta in quattro trasferta il Brescia riemerge da una situazione di svantaggio. E se a Pisa, Bolzano e Reggio Emilia si era fermato sul pareggio, stavolta fa di più e la vince. Già prima dell’intervallo sull’asse Bjarnason-Borrelli c’erano stati i presupposti per riaprirla. Lo fa comunque l’islandese che a maggio compirà 36 anni, con il quarto gol stagionale, di testa sull’arcobaleno di Dickmann. Ma nel frattempo c’era stata la correzione nel caffè: fuori Galazzi e Mangraviti dentro Moncini e Paghera (non giocava dal 29 ottobre). Un attaccante e un centrocampista in più: dal 3-4-2-1 al 4-3-1-2. Ed è tutto un altro Brescia. Ma siccome non c’è Brescia senza sofferenza, ci vuole anche Andrenacci (miracoloso nella stessa azione prima su Biasci e poi su Katseris) per non andare nuovamente sotto di due. Siamo al 10’ della seconda manche e dopo 3’ ecco il pareggio di Bisoli con un tiro-gol da Master Class.

Voglia di vincere. Maran non si accontenta, mette Olzer per Bjarnason (non certo un cambio conservativo) e la vince (primo blitz dal suo ritorno) al 91’ speculando al meglio sulla voglia ossessiva del Catanzaro di costruire dal basso: Scognamillo dà una pallaccia a Fulignati, frittatona con cipolle, che solo Bianchi può digerire e da rapinatore d’area piazza la zampata per la più esaltante della rimonte. Proprio come quel giorno a Cosenza. Solo che stavolta ci ha messo lo zampino anche il vento (ma non è poi così vero che nel primo tempo fosse sempre a favore del Catanzaro e nella ripresa del Brescia) ed è stata anche una splendida giornata di sport con un’amicizia unica, che ha portato 400 bresciani a macinarsi più di 2000 chilometri in un giorno per bersi una birra con i fratelli giallorossi, cantare, onorare, rispettarsi e prendersi anche la gioia più grande in una terra che da 50 anni vede il Brescia imbattuto.

(Il gran gol di Bisoli per il 2-2)

Quel Brescia che adesso si trova a -2 dai playoff (e +8 sui playout, per dire) e a Santo Stefano aspetta nella sua tana (ci si augura più gremita del solito) la capolista Parma. Con fiducia, autostima e voglia di stupire schizzate all’ennesima potenza. Com’è cambiato il vento…

(Il gol di Vandeputte per il 2-0)

(Per Andrenacci due gol subiti, ma anche due parate decisive sul 2-1 per tenere in corsa il Brescia)

(Bjarnason, Borrelli e Moncini)

(Duello fisico e di esperienza tra Scognamillo e Bjarnason)

(In quasi 400 bresciani si sono recati a Catanzaro per godersi la vittoria e rinnovare il gemellaggio con i tifosi di casa)