La Germani batte i campioni d’Italia di Milano, dopo una gara durissima ed equilibrata, per la gioia dei 5000 del PalaLeonessa. Dopo le sconfitte con Trento, Bologna e Venezia ecco il segnale che serviva contro una big. Massinburg Mvp, ma decisivo è un canestro da tre di… Bilan. Gli uomini di Magro restano in testa alla classifica con Venezia
Brescia. In fondo è grazie alla sofferenza che riusciamo a sublimare le nostre esperienze di fede. Averne, di fede, in questa Germani è un gran bell’esercizio, dolce, dolcissimo, nel quale naufragare. Anche e soprattutto dopo una partita che è sudore e fatica, ruvida e sofferta. Bella proprio perchè è così.
L’analisi. I 5000 del PalaLeonessa si fanno inebriare dalla terza vittoria consecutiva, negli ultimi tre anni, in questo catino sull’EA7 Armani Milano. Finisce 72-64, c’è quindi persino un + 8 che potrebbe pure avere una certa importanza a fine stagione quando non ci stupiremmo di vedere più squadre chiudere a pari punti. Battere il club con il maggior budget della Lba sta diventando una piacevolissima abitudine nel Ciambellone di via Caprera. Dopo la sconfitta al Taliercio, che aveva lasciato l’amaro in bocca per come Della Valle e compagni avevano mollato di schianto nell’ultimo quarto, arriva il primo successo stagionale contro una squadra che punta ai primissimi posti della classifica e matura dopo una prestazione solida e continua. Non per 20’. Non per 30’. Per tutti i 40’. Se vuoi schienare Milano, non hai scelta: devi stare nel match dall’inizio alla fine. E avere anche un pizzico di fortuna perchè se il canestro decisivo è una tripla di Bilan a 36” dalla fine (per il 70-64) allora vuol dire che quando qualcosa deve girare beh gira davvero. Su questo scalpo di qualità, che chiude la bocca a chi sosteneva che la squadra di Magro sapeva essere grande con quelle inferiori a lei, ma non con le big del campionato (e in effetti i dati dicevano questo dopo le sconfitte con Trento, Bologna e Venezia), ci sono anche le firme di Massinburg (Mvp non solo per i 18 punti finali, ma anche per tutta una serie di difese che lo fanno ormai un giocatore completo e maturo), Della Valle (segna quando serve e non sbaglia mai in lunetta) e Petrucelli (una roccia), ma quando vengono vinte partite di questo calibro è perchè tutti hanno messo il loro mattoncino.
(Prestazione monstre di Cj Massinburg. Foto Vittoria Russo)
Il match e lo scenario. E’ una vittoria meritata per la Germani. Milano era partita meglio (7-14 al 5’ e 15-18 al 10’, 20-26 al 14’), ma ha subito il ritorno di Brescia che al 20’ aveva il naso avanti (33-32). Nel terzo quarto ancora gli uomini di Messina hanno provato a scappare (38-42 al 24’), negli ultimi quindici minuti sono sempre stati gli uomini di Magro a condurre: 52-48 al 30’, addirittura 58-48 all’alba dell’ultimo quarto, ma siccome i campioni d’Italia sono dotati di un impressionante dose di orgoglio oltre che di qualità, non hanno mollato fino a quando Mago Bilan non ha estratto il coniglietto dal cilindro. I perchè di questa stratosferica vittoria bresciana sono da ricercare nelle pieghe delle statistiche: solo 6 palle perse (3 in meno di Milano), 3 palle in più recuperate, 3 assist in più, 2 rimbalzi in più. Per spezzare l’equilibrio di certe partite bisogna andare sui dettagli. A una giornata dalla fine del girone d’andata, Brescia resta in testa alla classifica anche se la vittoria di Venezia a Sassari tiene i lagunari davanti per via dello scontro diretto. Il 2023 finisce con il più bel brindisi, ma già il 2024 si aprirà domenica prossima con la trasferta a… Brindisi. E saper essere la stessa, dura e solida Germani, con Milano come con l’ultima della classe, sarà una nuova, credibile prova di maturità.
(Sulle maglie dei giocatori della Germani c’erano i soprannomi anzichè i cognomi come da tradizione. Una maglia che è già celebrativa e che diventerà un unicum per ricordare una vittoria storica. FOTO GIANLUCA SCALVINI)
(Un appoggio a canestro di Jason Burnell)
(Così Mauro Ferrari ha caricato Amedeo Della Valle a inizio partita)