IN UNA FOTO LA GIORNATA NO DI CHRISTON

In fondo alla panchina mentre Magro sta parlando al resto della squadra in un time out. Nervosismo dettato da provocazioni avversarie e fischi arbitrali oltre a una condizione fisica precaria (febbre nei giorni precedenti al match) hanno fatto sì che la partita di Semaj al Taliercio sia già da archiviare come tra le peggiori di sempre

Brescia. Ci sono giornate si e giornate no nella vita di tutti i giorni. In famiglia, nella società, sul lavoro. E gli sportivi non sfuggono a questa regola non scritta. Per Semaj Christon, playmaker della Germani, quella di sabato al “Taliercio” di Mestre è stata una di quelle giornate che è meglio dimenticare in fretta.

La gara della Leonessa con Venezia è stata condizionata anche dalle scelte infelici dell’ex Tortona, che sul -5 palla in mano a 3′ e 30″ dalla fine ha commesso un fallo antisportivo imperdonabile e che ha chiuso le porte ai sogni di Brescia. Per tutta la partita è stato provocato e si è fatto innervosire, cadendo nel tranello di Casarin, al quale ha rifilato un pugno. Capibile fino a un certo punto. Un campo di basket non è un ghetto e bisogna saper far emergere l’esperienza che Christon ha sicuramente accumulato negli anni: il regolamento di conti della serie “occhio per occhio, dente per dente” non è il modo giusto per vincere le partite, ciò che il nativo di Cincinnati ricerca in modo ossessivo come obiettivo ogni volta che si alza la prima palla del match.

Così come non è rispettoso (verso coach, compagni di squadra e ovviamente tifosi) mettersi in fondo alla panchina mentre Magro sta sfruttando il time out per spiegare alla squadra cosa fare per provare a vincere la partita. Christon da anni viene definito nell’ambiente cestistico una “testa calda”, un genio e sregolatezza, uno che non a caso continua a cambiare squadra, ma basta conoscerlo un po’ da fuori dal campo (e la nostra redazione ha avuto modo di farlo quando è stato ospite di “Basket Time 2.0”) per riconoscerne umiltà, simpatia e rispetto verso il prossimo. In campo ogni tanto c’è un demone che s’impossessa di lui e lo porta ad atteggiamenti indifendibili come quello evidenziato in questa foto. Aggiungiamoci che Semaj era reduce da giorni con febbre e influenza e il mix, accentuato da decisioni arbitrali non proprio favorevoli, è diventato esplosivo.

Il bello dello sport, però, sta nella possibilità che non sempre la vita ti dà: si può girare in fretta pagina e la prossima partita è dietro l’angolo. Sabato al PalaLeonessa c’è l’attesissimo match con Milano, che questa domenica ha asfaltato Cremona e che con l’arrivo di Napier ha già cambiato faccia. Per Christon una sfida molto stimolante. Da vivere stavolta con i nervi più distesi.