Brescia. Non so voi, ma io dopo moltissimo tempo ho rivisto una squadra che non fosse un gruppo di sparring partner delle altre, che masturbava un calcio lento e prevedibile, con gente messa dentro nel posto sbagliato o per Ius Cellinis. Certo, non sono solo tre partite che possono dare la certezza di un’inversione di tendenza, ma si sono viste alcune cose davvero innovative, tipo la squadra maschie i moduli fluidi e con le giuste equidistanze, cosa fondamentale nel calcio, oltre a prestazioni molto positive di elementi ormai bollati come irrecuperabili, tipo Van De Looi.
Di allenatori ne abbiamo visti parecchi, negli ultimi tempi, alcuni sono durati come un gatto in tangenziale, altri sono rimasti per mesi, certi tornati più volte, come da logiche presidenziali, eppure hanno tutti pensato di mettere VdL a fare il regista, un ruolo che non gli riesce bene, sia per la lunghezza delle leve, che per la capacità di nascondere palla quando è pressato. Poi arriva Maran e toglie proprio il regista dallo scacchiere e mette lo stesso vituperato giocatore a fare il mediano puro e cosa succede? Liberato dai compiti di regia e dal peso che ne consegue, Van De Looi comincia a giocare bene, correndo e pressando, recuperando palla per poi rigiocarla subito, verso compagni in movimento e non più indietro, con le squadre avversarie piazzate tutte dietro la palla. Appena arrivato, il mister, lo disse: bisogna vedere se abbiamo un regista: appurato che al momento non ci fosse, ha spostato l’asse del gioco attraverso altre linee di passaggio, attraverso i lungolinea dei difensori sugli esterni alti e che puntano il fondo e non fermi a farsi pressare nella nostra metà campo, con in fianco non più gli interni di centrocampo, ma due creativi, come Galazzi e Bjarnason, che alla palla danno del tu e non del voi…
Lo stesso Galazzi, non usato come difensore di fascia o mediano, visto che è piuttosto gracile, ma come sponda per la costruzione del gioco, ha fatto, pure lui delle belle partite. In avanti è sbocciato Borrelli, attaccante a tutto campo, capace di strappare in velocità e scambiare palla o puntare la porta, non che Moncini non sia bravo, ma non ha l’esplosività e il talento del giovane numero 29 nel fare reparto da solo. Di Bjarnason è inutile dire che è quello che ha una visione di gioco da top player, ma che rende solo se la squadra gira, e la squadra ha bisogno dei due pilastri che la tengono in piedi: Cistana e Bisoli, che sono i leader in campo, con l’esempio. Anche il fatto di giocare con una sola punta ha portato, paradossalmente, a fare più tanti tiri in porta in tre partite che nelle dieci precedenti. Che senso ha mettere tre punte, se poi due fanno gli esterni bassi e non gli arriva un pallone decente nemmeno per sbaglio? Maran non è un genio, soltanto un uomo di sostanza, che usa il buonsenso di far rendere gli uomini che ha, senza adattare gente ai moduli. Riuscirà Cellino a lasciarlo lavorare in pace, senza interferire?
Ezio Frigerio