L’ex allenatore di Brescia, domenica era sulle tribune del PalaLeonessa ed è rimasto estasiato dalla squadra di Magro: “Emblematico il primo posto nella valutazione di squadra. Tutti sempre coinvolti i primattori. Quando arrivai io, undici anni fa sugli spalti c’erano solo i parenti: che bello vedere il PalaLeonessa pieno ed esultante”
Brescia. Presente domenica sulle tribune del PalaLeonessa, anche l’ex allenatore di Brescia (dal 2012 al 2104 in A2 con la Centrale del latte) Alberto Martelossi. Il coach, che tiene una rubrica tecnica sulle pagine del quotidiano “Il Piccolo” di Trieste, parla della Germani come di una possibile pretendente allo scudetto:
“Tralasciando un giudizio sulla spenta compagine sarda, che ha perso fiducia sin dal primo quarto di una gara di per sé improba, questa prova certifica che in questa stagione si staglia all’orizzonte una pretendente in più per lo scudetto (sono ammessi gesti scaramantici all’ombra del Cidneo). Non si può pensare altrimenti di un team che si è stabilmente insediato ai vertici di tutte le statistiche (il primo posto per valutazione di squadra è chiaramente esemplificativo), che ha vinto le ultime due gare casalinghe con 46 punti di media/scarto. Ma ciò che da bordo campo impressiona di più, è l’evidenza di tutti i primattori in fiducia, pronti a condividere la palla con gioia, ad essere in missione su quanto viene loro richiesto nei pochi o tanti minuti di impiego, ad utilizzare una fisicità di alto livello che permette un’aggressività difensiva e una corsa che in pochi si possono permettere in questa Lega. In una definizione, l’armonia e le facce fanno la differenza e giustificano il primato solitario.
Digressione personale: per chi come me iniziò l’avventura da coach a Brescia undici anni fa con una presenza sugli spalti dei soli parenti, proseguendo poi con i sold out di fine stagione al PalaSanFilippo, vedere il nuovo PalaLeonessa pieno e strabocchevole di entusiasmo fa pensare alla chiusura di un cerchio per una piazza affamata ed elegante che per troppi anni ha tenuto nascoste le potenzialità”.