UN MIX DI QUALITA’ E FORTUNA AL CERAVOLO E CON IL PARMA TUTTI AL RIGAMONTI

Vento, fortuna e manico sono il riassunto della preziosa vittoria di Catanzaro, in una partita divisa in due tempi completamente diversi: il primo dove il Catanzaro ha giocato al gatto col topo con il Brescia, messo a tre dietro come al solito, e incapace di reagire al gioco ragionato e preciso dei calabresi, che hanno fatto due reti in pochi minuti, nascondendo poi la palla ai nostri, tutti insufficienti nei giudizi, che provano soltanto nel finale a pungere, con un pallonetto e un’azione personale di Bjarnason, che mette pure Borrelli davanti al portiere.

Tutto troppo brutto per essere vero. Il vento soffiava forte, ma lo faceva per entrambe le squadre ma, per uno strano gioco del destino, ha spinto tutte le cinque reti nella stessa porta. Dopo un primo tempo imbarazzante, bisognava cambiare qualcosa e credo che, la maggior parte di noi, avrebbe tolto Bertagnoli, sempre in ritardo e fuori fase, oltre ad un difensore, per mettere Papetti a uomo su Vandeputte, che Dickmann non è mai riuscito a fermare. Invece l’allenatore, quello vero, quello che ha il manico in mano, ha pensato diversamente, togliendo gli spenti Mangraviti e Galazzi per Paghera e Moncini, con un centrocampo a tre con un centrale e due interni, difesa a quattro e due punte più il Vikingo a fare da cerniera tra attacco e mediana, con squadra più avanti, in blocco, di almeno venti metri. Questo atteggiamento ha subito messo in difficoltà la squadra di Vivarini, che ha smarrito certezze e distanze, cominciando a perdere palloni che subito ripartivano verso la loro area: nel giro di un quarto d’ora si era già in parità, ma con l’inerzia dalla nostra, tanto più che Maran ha deciso di mettere anche Olzer, dando un segnale chiaro: si cerca di vincerla. Giusto rimarcare che abbiamo rischiato qualcosa, ma anche il pallone che Cistana ha sbagliato da zero metri, oltre al possibile fallo su Moncini lanciato a rete, avrebbero potuto dare prima la svolta, avvenuta poi nel finale, quando l’uomo appena entrato, ha avuto la forza e la voglia di aggredire il portiere, messo in difficoltà da un passaggio demenziale, figlio della odiosa ripartenza dal basso.

Eppure lo insegnano fin da bambini, che la palla al portiere, si passa sul primo palo, rasoterra e fuori dallo specchio, invece c’è stato un retropassaggio alto, forte e tagliato, in mezzo alla porta, nonostante il vento forte. Un errore di valutazione, ma tutta la prestazione del Catanzaro della ripresa, colpito nei propri punti deboli, ha messo a nudo le qualità di molti dei singoli, che vengono, pur da protagonisti, dalla serie C. Perché si può vincere in due modi: sfruttare le proprie qualità, o affondare sui difetti degli avversari, e così il Brescia ha fatto, convinto dalla logica delle idee del Mister. Dimostra di avere il manico in mano e i giocatori ti seguiranno convinti. E dopo un buon Natale, cari Bresciadipendenti, con 25 punti in tasca, contro la capolista Parma già a S.Stefano. Tutti al Rigamonti? Magari…

Ezio Frigerio